Se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo! Dopo il mese estivo di viaggio in Norvegia in bici da cui eravamo tornati con le branchie per la quantità di pioggia presa, ora anche il viaggio invernalein bici in Albania ci sta riservando lo stesso trattamento. Nonostante le intemperie però oggi siamo riusciti a scavalcare il passo di Llogoraja e gustarci anche dei panorami suggestivi sulla costa meridionale.
Lasciata Valona di buon'ora sotto un cielo che all'orizzzonte sembra promettere una giornata di sole, dobbiamo riporre ben presto le nostre speranze sotto una pioggia che inizia a cadere leggera ma costante. I primi chilometri si snodano lungo la costa, con bei panorami sulla baia di Valona(Vlore in albanese) e sull'isola di Sazan. Purtroppo una cementificazione selvaggia sta rovinando in gran parte questo tratto costiero di Albania. In bici i chilometri scorrono lenti e giungiamo dopo un'oretta nella cittadina di Orikum, in fondo alla baia, anch'essa prettamente dedicata al turismo estivo. Una deviazione di quattro chilometri ci condurrebbe al sito archeologico dell'antica Oricum ma decidiamo che non ha senso visitarlo con queste condizioni meteo e proseguiamo verso il parco nazionale di Llogoraja e l'omonimo passo.
La strada inizia a salire, docile e gentile. Una sosta caffè (ci dobbiamo accontentare di un Nescafè in lattina dato che nel locale dove ci fermiamo non hanno a disposizione la corrente elettrica per un paio d'ore al mattino) e siamo carichi al punto giusto per affrontare la salita che si preannuncia impegnativa, sia per la difficoltà altimetrica, sia per quella climatica: le cime attorno al passo sono imbiancate dalla neve.
La strada s'impenna e voltando lo sguardo è possibile ammirare, tra le nuvole grigie, la baia di Valona allontanarsi alle nostre spalle. A metà salita un buco allo stomaco ci convince alla sosta nel primo ristorante... abbiamo deciso di concederci qualche comodità in più in questo viaggio! Però il maiale arrostito e la birra si faranno sentire come due macigni sullo stomaco durante i restanti chilometri del valico. Un cane mal intenzionato ci si lancia contro minaccioso e subito esce di casa un ragazzino che lo redarguisce ed inizia a rincorrerci sui tornanti che stiamo affrontando. Quando è sufficientemente vicino grida a squarciagola: “What can i do for you?”
Restiamo spiazzati da questa domanda, a cui segue l'offerta di dormire nella sua casa. Rifiutiamo con gentilezza e ringraziamo il gesto generoso che rispecchia la gentilezza e l'ospitalità ricevuta dagli albanesi.
Dopo qualche minuto di conversazione, giunti alla fatidica domanda:
”Where are you from?”
“From Italy”
alla nostra risposta ci sentiamo apostrofare: “Ma dovevate farci fare tanta fatica con l'inglese... ditelo prima” in un tipico accento fiorentino.
I due ragazzi sono rientrati per le vacanze in Albania ma vivono e lavorano ormai da anni in Toscana. Ci rassicurano sulla vicinanza del passo e si scusano per le condizioni di sporcizia e trasandatezza in cui versa il loro paese: magari ci fossero più giovani con le loro idee anche qui in Albania... il paesaggio sarebbe sicuramente meno devastato.
Gli ultimi due chilometri diventano un calvario a causa di problemi al cambio e di una digestione che definire complessa è un eufemismo... ci sta bene, la prossima volta evitiamo di fare i signori a metà salita! Un'ultima serie di tornanti e raggiungiamo l'agoniato passo: il panorama sulla costa meridionale dell'Albania e sull'isola di Corfù ci ripaga dello sforzo. Qualche scatto veloce sotto la pioggia e ci fiondiamo verso valle, tremanti dal freddo. Un arcobaleno ed il tramonto sullo sfondo ci accompagnano verso la località turistica di Dhermiù dove giungiamo all'imbrunire. Il paese è abbarbicato sul pendio e per raggiungere i numerosi hotel dobbiamo scendere un'erta strada verso il mare. La ricerca di qualcosa di aperto è infruttuosa e così, a fatica e controvoglia risaliamo verso monte. Ci fermiamo da una gentile signora che vende pochi generi alimentari chiedendo se conosce un posto dove dormire: gentilissima, ci fa cenno di entrare e sederci intanto che telefona al figlio... a Tirana! Mi chiedo come possa sapere il figlio se ci sono degli alloggi a 200km di distanza ed infatti il figlio non ne sa nulla. Sconsolata la signora ci lascia andare quando ormai il buio è sopraggiunto. Mentre ce ne andiamo ci accende un filo di speranza dicendoci con le due parole di italiano che conosce che poco più avanti sulla destra dovrebbe esserci un piccolo hotel.
Effettivamente la fortuna ci assiste e troviamo il posto, sulla strada e piuttosto rustico... stanchi, fradici ed infreddoliti, ci facciamo andare bene anche una stanza senza riscaldamento, sperando che domani sia una giornata più soleggiata visto che prevediamo di raggiungere Sarande, città dove il sole splende per 300 giorni l'anno.
Traffico in cit...Questo racconto fa parte del diario in diretta del nostro viaggio in bici in Albania a dicembre. Potete leggere tutto il diario e consigli accedendo altag Albania in bici.
Leonardo
Viaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide Dolomiti del suo Trentino, sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, dopo un anno di Working holiday in Australia e dieci mesi in bici nel Sud est asiatico, ora sogna la panamericana... sempre in bici, s'intende!
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